25/07/2018
Capirlo non è facile, né lo è orientarsi fra tassi d’interesse fissi e variabili, istituti di credito e agenzie di rating. Uno degli strumenti più utili per farsi un’idea in merito è il Bollettino Economico che la Banca d’Italia emette trimestralmente, un documento abbastanza tecnico ma di cui abbiamo fatto una sintesi qui per capire meglio qual è la situazione del credito alle imprese in Italia al momento.
Il Bollettino del primo trimestre di quest’anno, emesso ad aprile 2018, descrive un momento favorevole per le richieste di finanziamento, soprattutto per le aziende di dimensioni maggiori, per le quali l’accesso al credito rimane stabile su condizioni ottimali e tassi d’interesse favorevoli.
La situazione invece appare meno rosea per le piccole e medie imprese italiane che, stando a quanto emerge dal report, faticano ad ottenere liquidità dalle banche e si vedono attribuire tassi d’interesse mediamente più alti.
Prima di addentrarci nei dettagli relativi all’accesso al credito per le imprese italiane, diamo uno sguardo più generale alle condizioni di queste ultime. Il Bollettino di Banca d’Italia ci mostra un quadro complessivo piuttosto positivo – pur con alcune complessità – che possiamo riassumere nei seguenti punti:
Veniamo dunque al cuore dell’argomento: quali sono attualmente le condizioni di accesso al credito per le imprese Italiane? Quali sono i settori che ottengono più facilmente il credito e quali quelli che fanno più fatica? C’è differenza, e quanta, fra imprese grandi, medie e piccole?
La fiducia elevata delle imprese e la crescita degli investimenti hanno rafforzato la domanda di credito, mentre l’offerta è rimasta stabile su condizioni favorevoli.
In altre parole, le banche hanno mantenuto tassi di interesse basso e hanno concesso crediti con una certa facilità alle imprese, le quali hanno aumentato le richieste di finanziamento per effettuare investimenti.
Più nel dettaglio, nei mesi di dicembre 2017 e gennaio e febbraio 2018 i prestiti al settore privato non finanziario sono aumentati del 2,3 per cento rispetto al periodo precedente.
Alcuni fattori hanno contribuito a far ammorbidire le condizioni di accesso al credito per le imprese:
Per quanto riguarda la domanda di credito da parte delle imprese invece, i fattori che hanno maggiormente inciso sulla sua espansione sono stati:
Per quanto riguarda le differenze fra i settori, manifattura e servizi hanno beneficiato di una netta crescita dei finanziamenti. Non decolla invece il settore dell’edilizia, per il quale l’accesso al credito risulta più difficile.
Fonte: Banca d’Italia, Bollettino Economico aprile 2018
Sulla diversa distribuzione settoriale pesano le differenti condizioni di accesso al credito per le imprese offerte dal settore bancario. Come si nota dal grafico 2 – riquadro b, le condizioni sono stabilmente favorevoli per il settore della manifattura, piuttosto favorevoli per i servizi, mentre piuttosto sfavorevoli per quanto riguarda l’edilizia.
A pesare sulla difficile situazione creditizia del settore edile sono il più elevato rischio d’impresa ed una certa sfiducia da parte dei mercati, strascico fisiologico della crisi del 2009.
Fonte: Banca d’Italia, Bollettino Economico aprile 2018
Come anticipato in apertura, nonostante la situazione generale favorevole, restano importanti le differenze fra le condizioni di accesso al credito delle grandi imprese rispetto a quelle delle PMI.
Se per le grandi (con oltre 249 dipendenti) infatti le condizioni continuano nettamente a migliorare, per le medie imprese (50-249 dipendenti) restano stabili, mentre peggiorano per le imprese più piccole (fino a 49 dipendenti).
La netta differenza è dovuta a una serie di fattori. Per una banca è tendenzialmente più rischioso concedere credito a realtà più piccole, che offrono minori garanzie, appaiono meno stabili e presentano bilanci meno performanti. Soprattutto in una fase post-crisi in cui le banche continuano ad assumere un atteggiamento molto prudente.
Inoltre per le piccole e medie imprese risulta spesso difficile avere a che fare con gli istituti bancari che utilizzano termini e strumenti spesso poco accessibili, fuori dalla loro area di competenza (rating, assorbimento di capitali, ecc.).
Per gli imprenditori che stanno pensando di chiedere un finanziamento il momento rimane favorevole, ma alcuni segnali legati alla situazione geopolitica ed economica internazionale (imposizione di dazi da parte del governo statunitense, incertezze sulle politiche monetarie di alcuni paesi europei) consiglierebbero di affrettarsi, perché non è detto che tali condizioni resistano a lungo.
E se per quanto riguarda le piccole e medie imprese le condizioni non sono complessivamente così favorevoli, è pur vero che oggi le banche non sono più l’unico canale per avere accesso a liquidità immediata.
Nuova linfa alle soluzioni per le imprese viene oggi dal fintech, grazie al quale infatti l’accesso al credito è più semplice, anche per aziende meno strutturate.
Con tassi d’interesse decisamente competitivi e una maggiore capacità di gestione del cliente – più rapida e attenta rispetto agli istituti di credito tradizionali – le società di mediazione sono oggi il riferimento privilegiato per le imprese che necessitano di liquidità immediata per la gestione dell’attività.
Il report di Banca d’Italia non deve quindi scoraggiare le PMI – secondo i dati le più penalizzate dalle banche – perché una valida alternativa, tagliata sulle loro esigenze, esiste già.
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