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Factoring: gli strumenti per CFO e Manager / 1

19/07/2019

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Cos’è il factoring e in che modo aiuta le aziende a “navigare” sul mercato? A queste domande rispondiamo in questo articolo dedicato allo smobilizzo dei crediti tramite il factoring.

Ecco quindi la prima di due parti di un approfondimento dedicato agli strumenti gestionali per CFO e manager.

I manager del settore finanza e fintech stanno assumendo un ruolo sempre più strategico all’interno delle aziende. Ecco perché la figura del Chief Financial Officer (CFO) è oggi una delle più richieste sul mercato del lavoro.

In un articolo pubblicato su Digital360, Paolo Maccarrone, docente della School of Management del Politecnico di Milano afferma: «Non si tratta soltanto del classico do more with less, tipico di contesti macroeconomici non favorevoli, ma di modalità diverse di interlocuzione. Sempre più spesso il CFO viene considerato il consulente interno più importante di tutte le linee di business, un business advisor, cui sono richieste nuove competenze e capability».

Ed è proprio per il suo ruolo da “navigator” al fianco del CEO che il CFO non può può fare a meno di conoscere i principali strumenti finanziari e la loro applicazione pratica.

Cerchiamo dunque di vedere insieme quali sono i suoi “ferri del mestiere”, ovvero gli strumenti gestionali per CFO e Manager, come ad esempio il factoring e la piattaforma dei crediti commerciali del MEF.

Un elemento di fondamentale importanza su cui ci soffermeremo in questa panoramica è l’aspetto normativo: per poter utilizzare in modo efficace questi strumenti finanziari è indispensabile comprenderne, non solo i vantaggi, ma anche le diverse opportunità di utilizzo e gli obblighi di legge.

Che cos’è il factoring?

Il factoring è la tipologia di contratto in cui il factor, un operatore finanziario specializzato, offre alle aziende i suoi servizi relativi alla gestione dei crediti.

In altre parole, le aziende di factoring acquistano crediti vantati verso pubbliche amministrazioni oppure altre imprese e si occupano della loro riscossione.

Come vedremo meglio più avanti, la cessione del credito, può avvenire attraverso le due formule del pro soluto o del pro solvendo, a seconda che il cedente preferisca mantenere o meno la proprietà (e rischi correlati) del credito.

Factoring: i numeri

L’Italia è il quarto Paese al mondo nel mercato del factoring (con un volume d’affari di oltre 240 miliardi di euro nel 2018) e questa posizione è in buona parte dovuta ai tempi di pagamento della pubblica amministrazione italiana.

Nel nostro Paese infatti i tempi di pagamento delle fatture da parte della PA possono superare anche gli 8-9 mesi (dati Ministero Economia e Finanze).

Factoring: i prodotti finanziari

Ma vediamo adesso quali sono gli elementi dello strumento gestionale factoring che più interessano CFO e manager.

Per una panoramica chiara ed esaustiva di tutti i prodotti finanziari assimilabili al più ampio spettro del factoring, riportiamo di seguito una tabella riepilogativa realizzata da Assifatc, l’Associazione Italiana per il Factoring:

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[Fonte: Assifact]

Il factoring nella sua forma più tradizionale (primo in alto a sinistra nella tabella) è il servizio di punta dei factor che, a fronte di una commissione, si assumono l’onere di riscuotere l’importo dei crediti, fornendo all’azienda liquidità immediata per le proprie esigenze.

Per questo motivo uno strumento come il factoring, che permette alle aziende di cedere i crediti commerciali per gestire in modo più efficiente il capitale circolante, è sempre più utilizzato e ha visto nell’ultimo anno una crescita dell’8,32% del fatturato (in pratica il 14% del PIL).

Uno dei più importanti plus del factoring rispetto ad altri strumenti gestionali è la sua “elasticità”, cioè la possibilità di strutturare un prodotto finanziario su misura per la specifica esigenza dell’azienda.

Il factoring può infatti avvenire attraverso due formule:

  • pro solvendo: l’azienda creditrice continua ad essere responsabile del credito fino a quando il debitore non pagherà la società di factoring. Nel caso in cui il debitore non paghi, il contratto sarà nullo e l’impresa dovrà restituire i soldi al factor. In questo caso l’azienda creditrice, oltre a garantire la sussistenza del credito, deve garantirne anche l’effettivo pagamento;
  • pro soluto: nel momento in la società di factoring acquista il credito dall’azienda creditrice, l’imprenditore non deve più preoccuparsi del fatto che il debitore paghi o meno, perché non ne è più responsabile. L’unica garanzia che l’impresa dovrà fornire al factor è l’effettiva sussistenza del credito al momento della cessione.

Quale documentazione è necessaria per il factoring?

I factor tradizionali per la valutazione di una pratica richiedono fin dalla prima richiesta una serie di documenti necessari per valutare il merito creditizio del cedente che comportano un dispendio di tempi, energie e costi accessori.

L’iter di valutazione per addivenire ad una proposta commerciale può richiedere fino a 90 giorni e potrebbe concludersi con una delibera negativa.

In linea generale la documentazione da presentare al factor per avviare la pratica generalmente comprende:

  • visura camerale;
  • fatture da cedere;
  • contratto relativo alle fatture oggetto di cessione;
  • documenti accompagnatori alla fattura, comprovanti l’esistenza del credito (es. documenti di trasporto, s.a.l., certificati di pagamento, etc.);
  • ultimi bilanci depositati in CCIAA corredato dalla nota integrativa, dal verbale di approvazione dell’assemblea dei soci e dalla ricevuta di avvenuta trasmissione alla CCIAA;
  • bilanci provvisori esercizio in corso
  • documentazione fiscale dell’azienda e dei soci
  • regolarità contributiva

In realtà per alcuni operatori specializzati, come CreHo, i servizi di cessione crediti vantati verso le PA prevedono un’offerta preliminare in 24 ore e completamento della cessione in circa 10 giorni lavorativi.

Per la valutazione iniziale sono necessari esclusivamente l’atto di certificazione del credito rilasciato dalla Piattaforma dei Crediti Commerciali, se disponibile, o la documentazione relativa ai crediti, e la visura ordinaria della società.

Quali sono gli step della cessione dei crediti?

I passaggi per la cessione dei crediti sono i seguenti:

  • valutazione della fornitura;
  • invio della proposta commerciale al cedente;
  • accettazione della proposta da parte del cedente;
  • avvio dell’istruttoria;
  • cessione attraverso la PIattaforma dei Crediti Commerciali;
  • erogazione della liquidità.

Factoring: cosa dice la legge?

Il factoring è regolamentato dalla legge 21 febbraio 1991, n. 52 sulla “Disciplina dei crediti d’impresa”, che descrive in che modo l’azienda può trasferire i crediti deteriorati dalla propria attività d’impresa al factor, e dal Testo Unico Bancario, che definisce quali società possono operare come factor.

La legge 52/91 disciplina principalmente le garanzie dell’azienda cedente, come ad esempio la legittima titolarità del credito ceduto o il corretto e puntuale adempimento della prestazione sottostante al credito commerciale ceduto.

Le parti sono invece libere di accordarsi su modalità e tempistiche della cessione e della trasmissione dei documenti e sui termini del pagamento sotto garanzia.

L’art. 69 c. 3 del R.D. n. 2440/1923 prevede che: «Le cessioni, le delegazioni, le costituzioni di pegno e gli atti di revoca, rinuncia o modificazioni di vincolo devono risultare da atto pubblico o da scrittura privata autenticata da notaio».

Cessione dei crediti: la notifica alla PA

In merito a questo, un aspetto normativo che è importante conoscere è quello riguardante la notifica della cessione, ovvero la modalità di comunicazione della cessione al debitore ceduto. Diversamente da quanto previsto nel diritto civile, in caso di cessione verso la PA, è infatti necessario che a quest’ultima venga notificata la cessione.

Il comma 1 dell’articolo 69 del R.D. n. 2440/1923, infatti, prevede che le cessioni debbano essere notificate all’amministrazione centrale ovvero all’ente, ufficio o funzionario cui spetta ordinare il pagamento.

Inoltre nel caso in cui il rapporto tra cedente e debitore ceduto sia ancora pendente al momento della cessione, il legislatore richiede – al fine di rendere opponibile la cessione al debitore ceduto – la necessaria adesione alla cessione da parte della pubblica amministrazione (art. 9 legge n. 2248 del 1865).

Un’eccezione si verifica nel caso di cessione del credito derivante da contratti di appalto, servizi e forniture, in cui la regolamentazione della materia contenuta nell’art. 106 c.13 del D.l.vo 50/2016 (nuovo Codice dei contratti pubblici) prevede che la cessione sia efficace ed opponibile alla PA, a meno che questa non la rifiuti con comunicazione da notificarsi al cedente ed al cessionario entro 45 giorni dalla notifica.

Un’altra importante deroga al sopracitato art. 106 c.3 del D.l.vo 50/2016 riguarda la cessione di crediti certificati attraverso la Piattaforma dei Crediti Commerciali.

In questo caso infatti la cessione si intende notificata ed è efficace ed opponibile nei confronti delle PA cedute a partire dalla data di comunicazione della cessione alla pubblica amministrazione, sempre attraverso la piattaforma elettronica, che costituisce data certa, qualora queste non le rifiutino entro sette giorni dalla ricezione di tale comunicazione (art. 37, c. 7-bis, Decreto Legge 66/2014).

Il legislatore, quindi, non prevede in questa ipotesi un’adesione esplicita alla cessione del credito da parte della Pubblica Amministrazione, ma unicamente la facoltà di quest’ultima di rifiutarla.

Fintech: il factoring diventa digitale e raggiunge le PMI

Gli operatori tradizionali del mercato del factoring negli ultimi anni hanno visto crescere enormemente la concorrenza da parte di piattaforme digitali di invoice trading.

Questi nuovi strumenti gestionali per CFO, grazie ad algoritmi sempre più performanti, rendono più snella e veloce la gestione finanziaria, semplificando il reporting, migliorando le previsioni e automatizzando i processi.

Nate spesso come startup tecnologiche di factoring digitale, si muovono con molta più agilità sul mercato andando ad intercettare aziende con fatturati molto più bassi rispetto a quelli minimi richiesti dai competitor tradizionali.

La presenza capillare di PMI e microimprese in Italia, sta garantendo – da una parte – al settore del Fintech di registrare una crescita fenomenale e – dall’altra – alle piccole e medie imprese la possibilità di liquidare i propri crediti commerciali, anche con un rating aziendale non elevato.

Nella seconda parte di questo approfondimento sugli strumenti gestionali per CFO e manager vedremo cos’è e perché è così importante la Piattaforma dei Crediti Commerciali.

Se pensi che il factoring possa essere lo strumento che stai cercando, contattaci.




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