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il blog di creho

Il factoring cresce, e scommettiamo che continuerà a farlo

15/11/2018

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In Italia, in Europa, nel mondo: nel 2017 il factoring ha ripreso a crescere ovunque, pur con percentuali diverse, e diversi segnali indicano che continuerà a farlo. Inoltre, non troppo a sorpresa, il nostro paese è ai primi posti in questo trend. Tuttavia sono ancora relativamente in pochi a sapere di cosa parliamo quando parliamo di factoring, e di conseguenza a coglierne le grandi opportunità. Dunque perché il factoring cresce?

Cos’è il factoring: una breve spiegazione

Con factoring si intende un particolare tipo di contratto in cui generalmente un soggetto terzo (detto factor, un operatore finanziario specializzato) fornisce ad un’impresa una serie di servizi relativi alla gestione dei crediti.

Più nello specifico, questi servizi sono:

  • gestione e amministrazione dei crediti presenti e futuri;
  • incasso dei crediti;
  • anticipi su tali crediti prima della scadenza.

Quest’ultimo servizio è il vero e proprio core business delle società di factoring che, a fronte di una commissione, si assumono l’onere di riscuotere l’importo dei crediti, trasformandoli in liquidità immediata per l’azienda.

In altre parole, le aziende di factoring sono quelle che acquistano crediti di altre imprese e si occupano della loro riscossione. Questa riscossione, come abbiamo visto qui, può avvenire attraverso le due formule del pro soluto o del pro solvendo.

Il factoring cresce: un po’ di numeri

Negli ultimi anni l’industria del factoring è cresciuta in maniera costante in tutto il mondo, complice la crisi economica che ha spesso reso più difficile la riscossione dei propri crediti da parte delle imprese. Di conseguenza le imprese si sono rivolte sempre di più ad operatori specializzati che, a prezzi competitivi, si occupano di riscuotere i crediti fornendo loro liquidità immediata e liberando così fondi, tempo ed energie da investire nelle attività produttive.

Nel 2017 la crescita del factoring è stata impressionante: +9% nel mondo, +7% in Europa e, in particolare, +9,5% in Italia.

Perché il factoring cresce così tanto in Italia (e perché continuerà a farlo)

Sebbene la crescita sia stata consistente in tutto il mondo, i dati che arrivano dal nostro Paese sono davvero notevoli. Secondo il recente studio di Assifact, l’associazione italiana che aggrega gli operatori del factoring, il business della gestione finanziaria dei crediti commerciali coinvolge in Italia 30.000 imprese, per più della metà piccole e medie, e vale addirittura il 13% del PIL.

Il factoring italiano ha visto il proprio volume d’affari complessivo raddoppiare negli ultimi undici anni: dai 115 miliardi di euro circa del 2007 ai quasi 222 del 2017. Ed è previsto per il 2018 un ulteriore balzo del 4,5%, grazie anche al ruolo che svolgeranno le Fintech attive in questo comparto. Attualmente il nostro Paese è quarto in Europa, quinto nel mondo, nell’industria del factoring.

Ma quali sono i fattori che hanno condotto l’Italia fra i grandi del factoring?

Lentezza nei pagamenti: la soluzione del factoring

Forse il principale fra i fattori per cui il factoring cresce non è proprio un vanto: il nostro paese è infatti agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda i tempi di pagamento delle imprese: 56 giorni contro i 34 della media UE.

La situazione diventa persino peggiore nel caso dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese: 104 giorni la media italiana, contro una europea di soli 40 giorni. Il 37% dei crediti in essere verso la Pubblica Amministrazione risulta scaduto, di questi più della metà da oltre un anno.

Dati questi numeri, non stupisce che sempre più imprese italiane decidano di liberarsi del pesante fardello della riscossione dei crediti cedendo il compito ad operatori specializzati.

Questo trend potrebbe anche rappresentare un forte correttivo agli anomali tempi di pagamento italiani: dovendo avere a che fare sempre di più con operatori specializzati nella riscossione dei crediti, è probabile che imprese e pubbliche amministrazioni debbano col tempo adeguarsi a pagare i propri debiti più rapidamente avvicinando i tempi alla media europea.

In un mercato dei crediti che si prevede dominato dai factor e dal fintech è probabile che i tempi di pagamento tenderanno a minimizzarsi.

Il ruolo del Fintech

Un altro fattore rilevante nella crescita presente e futura del factoring è la sempre più consistente fusione con il settore Fintech (o tecnofinanza). Le aziende Fintech sono quelle che presentano innovazioni digitali per la gestione degli strumenti finanziari.

Nel caso del factoring, le soluzioni fintech sono per adesso principalmente delle piattaforme digitali a supporto della cessione del credito. Tali piattaforme agevolano lo scambio di informazioni sulle fatture, permettono l’anticipo dei crediti in tempi rapidissimi e, in pratica, rendono più agevoli, trasparenti e rapide le operazioni di factoring.

Ma in prospettiva i campi di applicazione delle innovazioni finanziarie al factoring sono molteplici, dall’automatizzazione dell’analisi dei rischi attraverso i big data all’applicazione della tecnologia blockchain.

Concludendo, la crescita del factoring è accompagnata da diversi elementi strutturali che ne lasciano presagire la stabilità anche per i prossimi anni.

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